lunedì

le mie paure

mi fanno paura le grandi masse incontrollate.


un timore non atavico, ma indotto.

a 14 anni con un amico, chiamiamolo Gaetano, lanciamo giù dal 4° piano dell'abitazione di un compagno di classe, Insolera, sputi e boli di saliva, che si spiaccicano tranquilli sull'asfalto caldissimo.

il tardo pomeriggio è noioso ed è un passatempo idiota, ma chi non è idiota a 14 anni?

poi -per variare- lasciamo cadere dritto dritto dal balcone un uovo.

colpisce sul seno una mamma, che spunta inopportuna da sotto un balcone e che tiene per mano un bambino

la sentiamo urlare che è esplosa la testa del figlio.



ovviamente non è vero è l'uovo che è esploso sulle tette della madre, ed è schizzato dappertutto.

è impressionabile, come tutte le mamme sicule sotto al sole.

con la nonchalance allarmata tipica di chi sente puzza di tragedia, facciamo per andare via quando sale dalla tromba delle scale un rombo impressionante.

almeno 30 persone salgono su rumoreggiando, si è diffusa la notizia -falsa- che qualcuno abbia lanciato dal balcone uno sgabello che ha spappolato la testa al ragazzino.

ci chiudiamo, io e il mio amico, a chieve in camera dell'infido Insolera, che nel frattempo, per salvarsi il culo, urla che l'abbiamo sequestrato in casa sua costringendolo a prender parte al lancio degli oggetti.

il corridoio è invaso da una fiumana di persone isteriche, che battono alla porta ed urlano "assassini".

io, che di solito sono piuttosto convincente, prendo a trattare col portavoce della folla, da una parte all'altra della porta.

intanto lo sgabello che avrebbe colpito il bambino facendogli esplodere la testa non so come si è trasformato in un televisore portatile.

le trattative vanno a buon fine, ci promettono di non farci la pelle e di lasciarci uscire dalla stanza.

appena la porta si apre, il perdfido Insolera, forse per rafforzare la sua incolumità, ci indica a dito urlando: "sono loro! sono loro!".

il mio amico fa qualcosa che non scorderò mai: stacca dalla parete una racchetta da tennis e la rotea in aria, terrorizzato, facendosi strada tra la folla che alla vista dell'arma si inselvaggisce come una muta di cani da caccia, decidendo evidentemente che la tregua è terminata e che è tempo di farci a pezzi.

io spingo la testa sotto il giubboto del pazzo che sta frullando la sciabola improvvisata in aria e come un treno folle percorriamo il corridoio sotto una gragnuola scatenata di pugni e calci.

scendere le scale è come sottoporsi allo schiaffo del soldato a guantanamo, tra guardiani tarantolati: gli occhi fuori dalla testa delle mamme indignate, le braccia tese e i pugni chiusi degli uomini, un'orchestra stonata e allucinata di grida e bestemmie al nostro indirizzo.

"assassini!"

appena fuori dal portone del palazzo, sull'asfalto del cortile quel bastardissimo frantumatissimo spappolatoissimo fragile uovo del cazzo.




dico, avrò motivo di temere le masse incontrollate e incazzate?



p.s.
squali e scarafaggi, ma in second'ordine.
come diavolo fa un uovo a trasformarsi prima in uno sgabello e poi in un televisore portatile?

( da superZ, Paure Ataviche )

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