venerdì

In morte di Docu.



docu, docu...
docu lo sapete chi è docu, quel tipo belloccio che si aggira per il locale sproloquiando senza posa, di tavolo in tavolo attaccando bottone con chiunque voglia stare ad ascoltare le sue infinite egolalie su se stesso ed il mondo che vorrebbe, fatto di fabrizicorona e zòccole tenere che pendono soltanto dal suo saporitissimo (a quanto dice) liquido prostatico.

docu docu...

beh, docu è morto
.

*

"lo stiamo perdendo ancora?"

canella si lecca pollice ed indice, poi separa le palpebre di docu, abbandonato sulla poltrona.

"crede di sognare. in realtà sta avvenendo qualcosa di più terribile".

mongo si versa ancora da bere, poi ne riempie altri due per me e doc, lasciandoli in attesa sul tavolo.

canella si guarda in giro.

"smmmmchchchchch sssssmchchchch" poi labbreggia, mimando con le stesse dita usate per slabbrare le palpebre di docu il movimento di chi compulsa del denaro con i polpastrelli.

da sotto la scrivania sale un rantolo.

scostiamo la sedia.

il Gattiglio è li.





sta su un fianco, e agita le zampe come un bartali che pedala a vuoto, ormai pazzo.

"il gatto è nervoso. è agitato" sussurrà canella, mentre le vibrisse del Gattiglio si impennano per un attimo, per poi ricadere come spaghetti scotti ai lati del muso.

"è furioso" dico.

lo è.

il Gattiglio sapete chi è.

ne avete già letto qui.


mongo con la punta dello stivaletto spinge la sedia a chiudere il varco sotto la scrivania.

"quindi?", chiede.

"sta ricevendo i pensieri di docu. tutti. nel cervello."

guardiamo il Gattiglio.

"cioè docu pensa, sbarella, sogna, e tutto quel casino si riversa nel cervello del micio?"

"esattamente".

docu adesso punta il mento al soffitto, un rivolo di bava gli disegna un fiumiciattolo da presepe napoletano giù per il collo, fino ad inzuppargli la camicia.

"è la sua particolarità, no? raccoglie lo smegma psichico che aleggia per il Locale".

il Gattiglio soffia, scopre i denti e poi si disanima.

"soffre?".

canella non risponde, sembra cospargersi di talco sui pettacci del gessato, ma in realtà sta cercando qualcosa.

"sta soffrendo?", chiedo ancora, mentre il Gattigilio emette un gnagnolio lugubre e strascicato, la colonna sonora di un incubo nero e urticante.

"no", mormora canella, sgusciando la rivoltella dalla tasca interna della giacca.

mongo si lascia cadere sul divano, prende tra le dita un cuscino e lo lancia al medico ex boxeur, che lo afferra con naturalità e lo pressa conro la canna della pistola.

"adesso non soffre più".

preme il grilletto, l'esplosione è soffice e condita di piume.

poi la bestia si irrigidisce, per un attimo, strabuzza gli occhi e crepa.

il gattiglio invece sembra ridestarsi.

tende le orecchie come due coltelli a serramanico che si armino per colpire.

ci fissa, il cervello snebbiato, ed emette un grameeeeovzzz di ringraziamento.

è libero.

torna di la, a monitorare il Locale.



"docu è morto?" chiede mongo, dardeggiando con la punta della lingua la fessura in cima ad un bocchino d'avorio, picchettato di rosso, abbandonato dall'atrice armena che frequenta ultimamente.

"chi non lo è, di noi?" chiede danny, lasciando cadere un ampio velo damascato su docu, rigido sulla sedia, come una voliera piena di uccelli addormentati al giungere della notte.


HB